La Storia di Pinsa Romana

Quando pensiamo all’evoluzione della pizza, è facile pensare alla Pizza moderna. In realtà, siamo solo un’altra generazione che si unisce al trend degli amanti della pizza! Ma sapevate che gli innovatori della pizza esistevano già più di seicento anni fa? Sì! Esistevano davvero.

Ai tempi dell’Antica Roma, esisteva una ricetta chiamata “Pinsa” così all’avanguardia da essere ancora oggi molto richiesta. Questa prelibatezza era così venerata per il suo incredibile sapore, il suo profumo ipnotico e la sua consistenza croccante. Era considerata così buona dai Romani che persino gli antichi sacerdoti la offrivano agli antichi dei.

Nacque così la leggenda della Pinsa Romana, che ancora oggi allieta le nostre tavole.

Che cos’è la Pinsa Romana?
La Pinsa Romana o Pinsa è una versione antica, più sana e digeribile della classica pizza napoletana.
Il nome Pinsa deriva dalla parola latina “pinsère” che significa semplicemente “premere”, “appiattire” o “spingere la pasta a mano”.

Ci sono molte leggende sull’origine della Pinsa Romana, che sostengono che potrebbe essere un antenato della pizza tradizionale. Tuttavia, rivelazioni successive suggeriscono che la Pinsa Romana potrebbe essere più moderna di quanto sembri.

Alcune leggende dicono che nell’antica Roma la Pinsa veniva preparata dai contadini poveri della campagna.
I contadini poveri preparavano la Pinsa Romana con acqua e una miscela di cereali macinati: miglio, avena, orzo e farro.

Il farro è un tipo di grano e il suo contenuto nutrizionale è molto simile a quello del grano, e contiene glutine. Tuttavia, è più fragile e più solubile in acqua, il che lo rende più facile da digerire. Il farro è anche più ricco di fibre rispetto al grano e la fibra in più aiuta la digestione del glutine.

Inoltre, all’epoca la Pinsa veniva utilizzata anche come contenitore per altri piatti e questo ha fatto pensare che la Pinsa Romana potesse essere una forma ancestrale di pizza.
Tuttavia, questo non conferma pienamente le antiche origini della Pinsa Romana.

Nel 2001, Corrado Di Marco e la sua famiglia, già famosi per aver inventato la Pizzasnella, una versione meno grassa della pizza, idearono la prima Pinsa Romana come la conosciamo noi, sostenendo che si basava su un’antica ricetta. La voce si diffuse e in pochi anni la moderna Pinsa Romana divenne una prelibatezza di base come la conosciamo oggi.

La differenza tra la Pinsa Romana e la pizza napoletana

Nel corso degli anni, la pizza si è continuamente evoluta fino ad arrivare al punto in cui si trova oggi. Si è assistito alla creazione di una varietà di stili di pizza per soddisfare i diversi gusti. C’è la pizza in crosta sottile, quella farcita, la focaccia e persino il calzone. L’elenco continua e ognuno ha la sua preferita.

In apparenza, sia la Pinsa Romana che la Pizza tradizionale sono fatte di pasta cotta al forno e possono essere condite con gli stessi ingredienti.
La differenza sta nel tipo di impasto, nella tecnica di preparazione e, naturalmente, nella regione di origine.

La Pinsa Romana, così come la conosciamo oggi, è fatta con una combinazione di tre tipi di farina: soia, riso e grano, che la rendono un’alternativa molto più salutare della pizza tradizionale. Il processo di produzione dell’impasto è diverso da quello della pizza tradizionale, poiché viene fatto fermentare fino a 72 ore e cotto a una temperatura inferiore. Questo garantisce un’elevata idratazione dell’impasto, che contiene fino all’80% di acqua, con conseguenti benefici per la salute.

Il bello di Pinsa è che la crosta è leggera, non contiene glutine ed è destinata a soddisfare ogni palato.

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